INGREDIENTI
Ozoile®, Arnica Montana, Artiglio del diavolo, Bromelina, Glucosamina e Condroitina solfato, Boswellia e Ribes nero.
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27,50€
CODICE PRODOTTO: NUTRIDOLAREN
CONSIGLIATO PER: Crema topica antinfiammatoria e rigenerante, naturale e senza cortisonici, adatta al trattamento tipico del dolore di origine traumatica, artrosica e reumatica.
A COSA SERVE: E’ indicata per il trattamento di artalgie, artriti, artrosi, distorsioni, tendiniti, distrazioni, elongazioni, stiramenti. Da utilizzare anche per tunnel carpale, tallone d’Achille, nei casi di affaticamento e traumi muscolari. Agisce anche su flogosi, ecchimosi, edema e lesioni muscolo tendinee. Grazie ad Ozoile® svolge una rapida ed efficace azione antalgica perché incrementa le citochine anti-infiammatorie e riduce le citochine pro-infiammatorie. Sfrutta l’azione della Bromelina e accelera il riassorbimento di ecchimosi, edema ed ematomi anche di vecchia data. L’azione antinfiammatoria, antidolorifica è massima per il sinergismo d’azione tra Ozoile® e Artiglio del Diavolo, Arnica Montana, Ribes nero definito “cortisone”naturale. Boswellia Serrata, Glucosamina e Condroitin Solfato agiscono contro il deterioramento articolare promuovendone la rigenerazione e la riabilitazione funzionale. Viene considerato prodotto di elezione nel trattamento di bambini, adolescenti, anziani e cardiopatici.
NATURA DEL CONTENITORE: Tubo da 100 ml in box di cartone.
MODALITÀ D’USO: Gel antinfiammatorio per uso esterno che si applica sulla cute della parte dolorante. Distribuire e massaggiare con cura fino al completo assorbimento della pomata. È consigliabile l’applicazione per due o tre volte al giorno fino a remissione della sintomatologia dolorosa con tempistiche indicate dal medico. Nei casi di dolore cronicizzato in fase acuta, applicare il farmaco tre volte al giorno per 15 giorni, poi come mantenimento con cicli di una volta alla sera e al mattino. Il periodo di trattamento è variabile in relazione alla rapidità della risposta terapeutica. L’applicazione può essere effettuata anche in caso di: terapia con apparecchi elettromedicali come ultrasuoni a manipolo mobile, idroforesi, ionoforesi, elettroforesi, elettroporazione, diatermia da contatto, onde d’urto, laser-terapia e magnetoterapia.
ATTIVO: Ozoile®, Arnica Montana, Artiglio del diavolo, Bromelina, Glucosamina e Condroitina solfato, Boswellia e Ribes nero. Per Info complete consultare la scheda INGREDIENTI.
L’Ozoile® è’ un principio attivo e Induttore Biologico che, tramite reazioni di ossido-riduzione e attivazione di funzioni segnale, regola le principali vie metaboliche, stimola il sistema di difesa endogeno e tramite la regolazione della trascrizione genica promuove la riparazione del danno e il ripristinarsi della corretta fisiologia apportando ossigeno ai tessuti, agendo come antinfiammatorio e microbicida.
Ozoile è un potente antinfiammatorio perché inibisce le COX2 e blocca la produzione di Prostaglandine, modula la trascrizione di citochine tanto che risulta similare ai cortisonici ma senza controindicazioni. Su problematiche infiammatorie articolari croniche come l’artrosi di spalla ha dimostrato che come antinfiammatorio topico non solo è superiore ai FANS, il cui uso prolungato è controindicato, ma migliora anche la mobilità e la funzionalità muscolo-articolare-tendinea agevolando notevolmente la performance e lo svolgimento delle attività di vita quotidiana.
L’Arnica montana, chiamata anche erba delle cadute o tabacco di montagna, è una pianta erbacea perenne rizomatosa, appartenente alla famiglia delle Composite. E’ diffusa nel centro Europa e sulle alte zone prative delle Alpi e degli Appennini (fino ai 2.000 metri) luoghi che rallegra con il suo aroma e con la visione dei magnifici fiori giallo-arancione che si schiudono durante i primi mesi estivi.
Proprio il rizoma, insieme ai fiori e alle radici, rappresenta la parte della pianta tradizionalmente utilizzata nella medicina popolare ed in ambito fitoterapico.
Classicamente l’Arnica è utilizzata come antinfiammatorio topico e come rimedio anti-fatica muscolare in ambito sportivo mentre l’uso fitoterapeutico e tradizionale ne è per lo più legato al suo potenziale effetto analgesico, antinfiammatorio efficace contro traumi e contusioni.
L’uso orale è fortemente controindicato perché potrebbe determinare l’insorgenza di effetti collaterali gastro-enterici, quali nausea, vomito, diarrea e dolori addominali crampiformi. Si ricorda di evitare anche l’uso topico di estratti di Arnica in caso di ipersensibilità alla pianta o ad altre piante appartenenti alla stessa famiglia, come ad esempio la camomilla. Le controindicazioni all’uso di questa pianta e dei suoi estratti si estendono anche alla gravidanza ed al successivo periodo di allattamento al seno
L’Artiglio del diavolo è il nome dialettale dell’Arpagofito, una pianta perenne rampicante dell’Africa Meridionale che appartiene alla famiglia delle Pedaliacee. Queste escrescenze (che contengono alte percentuali di principi attivi) sono dotate di robusti uncini che, penetrando nel corpo o nelle zampe degli animali, procurano serie ferite, costringendoli a compiere una danza”indiavolata”.
Nella medicina tradizionale sud-africana l’artiglio del diavolo viene utilizzato da secoli per la cura di vari problemi, come malattie reumatiche, dolori articolari, febbre e problemi allo stomaco. Ciò che è stato constatato empiricamente dalle popolazioni locali si è dimostrato particolarmente attivo contro il dolore e l’infiammazione in particola modo per Tendinite, Osteoartrite, Artrite reumatoide, Contusioni, Mal di schiena e Dolori cervicali.
Gli estratti di questa pianta sono controindicati in caso di Diabete mellito tipo 2, disagi cardiovascolari, gravidanza, allattamento ed alcune patologie dell’apparato digerente. L’Artiglio del Diavolo può interagire negativamente con i seguenti farmaci: Antinfiammatori non steroidei (FANS), Anticoagulanti o antiaggreganti (ad esempio il warfarin e la ticlopidina) e Antiaritmici.
Per Bromelina si intende un insieme di enzimi che nel mondo dell’integrazione nutrizionale vengono estratti dal gambo dell’ananas.
Oltre che per gli effetti digestivi e drenanti è nota per le attività antinfiammatorie, antiossidanti, antiedemigene, antitrombotiche, anticoagulanti ed immunomodulanti.
Risulta utile nel controllare il decorso clinico ed il periodo di remissione dell’ artrite reumatoide.
La Bromelina è indicata nel trattamento di diversi traumi sportivi, come nel caso di traumi diretti (contusioni) e traumi indiretti (contratture, stiramenti e strappi) come anche nel migliorare la funzionalità muscolare dopo intensa attività fisica.
Uso da evitare durante la gravidanza e nel successivo periodo di allattamento al seno o supervisionato da personale medico in caso di contestuali terapie farmacologiche o patologie. Controindicato anche in caso di ipersensibilità al principio attivo, ulcera gastrica e terapia antibiotica, anticoagulante ed antitrombotica.
La Glucosamina Solfato, essendo un importante componente della cartilagine articolare, contribuisce a mantenerla integra. E’ un tessuto che agisce come un cuscinetto ammortizzatore proteggendo le estremità articolari delle ossa dall’attrito. Nell’artrosi e nell’artrite la cartilagine si presenta assottigliata o lacerata provocando quindi, infiammazione, con relativo dolore articolare.
La Glucosamina è anche un componente della Cheratina solfato e dell’Acido ialuronico, anch’essi presenti nella cartilagine articolare e nel liquido sinoviale che lubrifica le articolazioni. Viene prodotta a partire dai gusci di crostacei o dalla fermentazione del grano, oppure sintetizzata in laboratorio.
E’ indicata per il trattamento delle artrosi o osteoartriti primarie e secondarie, viene generalmente assunta per via orale e la dose giornaliera max è di 1500 mg. Sotto forma di integratore da sola o in combinazione con Condroitina o Metilsulfonilmetano (MSM) è ampiamente usata per il trattamento dell’artrosi e, più in generale, per attenuare il dolore, la rigidità e migliorare la funzione articolare. I tempi impiegati per ottenere benefici sono leggermente maggiori rispetto ai comuni farmaci antidolorifici o antinfiammatori ma gli effetti collaterali sono molto più contenuti o praticamente nulli.
La Condroitina Solfato è una macromolecola che si trova principalmente nella cartilagine, nei tendini, nella pelle e nel del tessuto osseo. La sua funzione fisiologica è quella di mantenere l’elasticità della cartilagine stessa.
Quanto tende a decrescere il contenuto intrarticolare di Condroitina, Acido ialuronico e altre molecole come la Glucosamina, l’articolazione perde le normali proprietà infiammandosi.
La Condroitina solfato contenuta nelle preparazioni commerciali viene estratta dalla cartilagine di bovino o di squalo ed è considerata nel mondo dell’integrazione nutrizionale come prezioso rimedio per le articolazioni infiammate migliorandone, se interessate da eventi flogistici come l’osteoartrite, la funzionalità e prevenendone la degenerazione.
E’ indicata per la cura dei disturbi (sintomi) causati dall’artrosi (o osteoartrite) del ginocchio e dell’anca ed è ampiamente usata per attenuare il dolore e la rigidità articolare. La sua attività è complementare a quella della Glucosamina e per questo le due sostanze vengono spesso assunte in combinazione.
I tempi impiegati per ottenere benefici possono risultare leggermente più lunghi rispetto ai comuni farmaci antidolorifici o antinfiammatori ma gli effetti collaterali sono molto più contenuti o praticamente nulli.
La Boswellia serrata o albero dell’incenso da sempre rappresenta un elemento fondamentale della tradizione medicinale Ayurvedica e dalla pianta se ne ricava una resina ottenuta per incisione del tronco.
A partire dagli anni 90 però è stata presa in esame dalla medicina convenzionale e nutraceutica grazie alle proprietà antinfiammatorie ed analgesiche per il sistema articolare. Le indicazioni principali sono infatti per Osteoartite, Artrite Reumatoide, Dolori delle articolazioni, Reumatismi, Tendinite, Periartite, Borsite, disturbi respiratori ed epatici.
La peculiare azione antinfiammatoria diversamente dai farmaci FANS non ha gli stessi effetti collaterali infatti non generano ulcera e sanguinamenti.
Il ribes nero è un arbusto spontaneo che predilige i luoghi boschivi umidi e ombrosi delle regioni montane dell’Asia e dell’Europa centro Settentrionale. I frutti del ribes nero sono utilizzati a scopo alimentare e come ingrediente di integratori, mentre i semi si impiegano per l’estrazione di un olio destinato all’industria cosmetica ed infine le foglie utilizzate come rimedio fitoterapico erboristico. I frutti di ribes nero sono una vera e propria miniera di antiossidanti, utili per rallentare il processo di invecchiamento, proteggere dalle patologie metaboliche, ostacolare le malattie correlate allo stress ossidativo, favorire la diuresi e combattere la ritenzione idrica e la cellulite.
Come alimento Nutraceutico è un ottimo coadiuvante nel trattamento della malattia di Alzheimer. Più in generale, il ribes nero viene anche considerato un immuno-modulatore e un protettore metabolico e, come tale, è consigliato in caso di patologie infiammatorie (artrite reumatoide ecc) e malattie metaboliche (colesterolo alto, pressione alta, trigliceridi alti). Come alimento (frutto e olio dei semi), il ribes nero è considerato privo di pericoli. Non si conoscono farmaci che possono interagire chimicamente con il ribes nero o con i suoi derivati.
Ozoile®, Arnica Montana, Artiglio del diavolo, Bromelina, Glucosamina e Condroitina solfato, Boswellia e Ribes nero.
Non ingerire e tenere il prodotto lontano dalla portata dei bambini. Lavarsi bene le mani prima dell’uso del dispositivo medico e chiudere accuratamente il tubo dopo l’uso. Controindicato se in caso di ipersensibilità ai principi attivi. Ad oggi non sono noti casi di sensibilizzazione ed effetti collaterali, nel caso in cui tali fenomeni dovessero insorgere è raccomandato sospendere il trattamento e consultare il medico. Senza allergeni e coloranti, Glutine e Glucosio non presenti nel prodotto.
Metodo di conservazione: Conservare in luogo fresco ed asciutto e lontano dalla luce. Il termine minimo di conservazione si riferisce al prodotto correttamente conservato in confezione integra.
L’artrosi, chiamata anche osteoartrosi o meno correttamente osteoartrite, è una malattia cronica che colpisce le articolazioni (artropatia). Si tratta di una patologia di tipo degenerativo, in quanto porta alla progressiva perdita delle normali componenti anatomiche che formano le articolazioni. In Italia, ne soffrono più di 4 milioni di individui, colpisce soprattutto le persone anziane e le articolazioni più frequentemente interessate dall’artrosi sono: la colonna vertebrale, l’anca, il ginocchio, le dita delle mani e dei piedi. L’artrosi interessa prevalentemente il rachide (le vertebre) e le articolazioni degli arti, ed è caratterizzata dalla perdita della cartilagine articolare, che viene sostituita da nuovo tessuto osseo; ciò provoca dolore ed una limitazione nei movimenti. La prevalenza dell’artrosi è direttamente correlata all’età: è presente nella maggioranza degli esseri umani al quarantesimo anno di età e nella quasi totalità dei settantenni, con un picco di massima incidenza fra i 75 ed i 79 anni. Nonostante solo una minoranza degli affetti lamenti disturbi, l’osteoartrosi è di gran lunga la causa più importante di dolore e di invalidità per malattie articolari. Prima dei 45 anni è più colpito il sesso maschile, dopo tale età il sesso femminile e la prevalenza delle lesioni aumenta con l’aumentare dell’età. Lo scheletro umano è formato da numerose ossa (circa 208) che vengono classificate, a seconda della dimensione, in ossa lunghe, brevi e piatte. Le ossa sono organi statici e devono articolarsi tra loro per rendere possibile il movimento. Questa unione tra i vari segmenti ossei viene chiamata articolazione.
Le ossa dello scheletro umano sono connesse per mezzo di diversi tipi di articolazione: immobili (sinartrosi), semimobili (anfiartrosi) e mobili (diartrosi). Le sinartrosi, che uniscono le ossa del cranio, non permettono alcun movimento. Le articolazioni mobili o semimobili si differenziano per la forma e per i tipi di movimenti consentiti. Le trocleartrosi (le articolazioni del ginocchio o del gomito) assicurano i movimenti di flessione ed estensione su un solo piano; le enartrosi (quelle della spalla e dell’anca) permettono movimenti liberi in tutte le direzioni; le artrodie, che uniscono le ossa del carpo nella mano e del tarso nel piede, permettono soltanto piccoli movimenti di flesso estensione. Ogni “articolazione” mobile è formata dalle cartilagini periferiche delle ossa; da uno spazio tra di esse ripieno di liquido (liquido sinoviale), da una capsula articolare e dai tendini.
La cartilagine articolare è soffice, compressibile, estensibile e deformabile. Il liquido sinoviale ha funzione ammortizzante e nutriente, facilita lo scorrimento tra le due superfici articolari e viene secreto dalla membrana sinoviale. La capsula articolare è formata da tessuto connettivo che riveste completamente i due segmenti ossei esterni. Muscoli e tendini insieme alla capsula articolare consentono di aumentare la stabilità dell’articolazione. Come abbiamo detto in precedenza l’artrosi interessa soprattutto la cartilagine articolare che è un tessuto elastico di colore bianco perlaceo, formato da cellule tondeggianti, i condrociti che secernono una sostanza costituita da fibre elastiche e collagene. E’ formata principalmente da acqua ed è priva di sali minerali. Il tessuto cartilagineo è poco vascolarizzato in quanto carente di capillari sanguigni. ll nutrimento dei condrociti avviene tramite il fenomeno della diffusione, un processo lento e molto meno efficace della circolazione sanguigna. Le capacità rigenerative di questo tessuto sono bassissime. Il liquido sinoviale è a diretto contatto con la cartilagine articolare e oltre ad ammortizzare i movimenti ne assicura il nutrimento. Il liquido sinoviale è in continuo scorrimento dentro l’articolazione: a seconda dei movimenti e dei carichi viene assorbito o rilasciato dalle cartilagini e dalle membrane presenti, che funzionano come delle spugne.
Il dolore è un sintomo che rappresenta il mezzo tramite il quale l’organismo segnala la presenza di un danno ai tessuti. Scientificamente è definito come un’esperienza soggettiva sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tessutale in atto o potenziale. La componente legata alla percezione, è la componente sensoriale vera e propria. Avviene tramite il trasporto di un segnale nervoso dalla sede in cui vi è un danno tissutale fino al sistema nervoso centrale (encefalo) dove avviene il riconoscimento e la percezione dello stimolo dolorifico. La componente emotiva è uno stimolo dolorifico che evoca a livello cerebrale un’emozione collegata all’esperienza del dolore ed è una componente prettamente psicologica collegata all’esperienza della sensazione spiacevole legata al dolore. La percezione del dolore quindi è molto variabile da persona a persona a seconda dei trascorsi emotivi, delle esperienze pregresse e del contesto sociale. Il dolore è una forma di difesa del nostro organismo; la percezione del dolore permette di segnalare una lesione o un’alterazione di un tessuto del corpo. Si tratta quindi di un importantissimo campanello d’allarme del corpo umano che permette alla persona di rendersi conto di essere di fronte ad un problema. Il dolore può essere classificato in tre differenti forme; Dolore somatico che è un dolore che origina a livello periferico da stimoli nocicettivi, principalmente di cute e mucose, ma anche di legamenti, ossa, muscoli. Il segnale nervoso è trasportato attraverso i nervi da particolari tipi di fibre nervose che lo rendono un dolore netto o sordo. Questa forma di dolore è facilmente localizzabile dal paziente che riesce ad identificare con precisione la zona interessata. Dolore viscerale che è un dolore che deriva da stimoli originati a livello degli organi interni, difficilmente localizzabile dal paziente, che riferisce una sensazione spiacevole ma indefinita, spesso di carattere crampiforme. Tale dolore viene spesso anche percepito a livello cutaneo molto distanziato rispetto al distretto di origine del danno a causa della coesistenza di tipi diversi di fibre nervose. Dolore neuropatico che deriva da un danno diretto alle strutture che trasportano il segnale nervoso e cioè recettori periferici, nervi, strutture del sistema nervoso centrale. Il dolore neuropatico è descritto dal paziente come intenso ed è spesso accompagnato da un deficit sensitivo della zona interessata. Dal punto di vista prettamente temporale il dolore può essere suddiviso in dolore acuto e dolore cronico. Il dolore acuto è un dolore generalmente intenso, ma di breve durata. Ha spesso un evidente rapporto di causa effetto. Il dolore cronico invece è un dolore persistente nel tempo ed è da considerare esso stesso come una malattia. Tra le cause vi sono malattie croniche (tumori, artrite, diabete), lesioni tissutali permanenti (ernie discali, rotture di legamenti) e patologie neurologiche. Spesso il dolore cronico ha una forte componente psicologica, per cui ciò che viene percepito dal paziente è in realtà sproporzionato rispetto al danno esistente.